GMG Cracovia 2016

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RIVIVENDO LA GMG

Un’esperienza indimenticabile, che lascia il segno, un segno indelebile che ti fa capire come solo Qualcuno possa avere la forza di raccogliere milioni di persone, che condividono lo stesso viaggio, diventando subito fratelli, sapendo di tornare a casa diversi, mollando qualche giorno Facebook per ESSERCI, esserci e basta… gustare e assaporare a pieno quei momenti ricchi di fede, di energia ed entusiasmo. Giornate sempre piene di attività e momenti coinvolgenti: la catechesi con il nostro vescovo Claudio, sempre pronto a rispondere e a dare stimoli ai suoi giovani, per farli diventare parte fondamentale della sua Chiesa (Sinodo dei Giovani); la visita di Cracovia, immergendosi nella storia di questa affasciante città visitando i luoghi importanti della vita dei santi Giovanni Paolo II e Suor Faustina; il toccante percorso ad Auschwitz e Birkenau, calarsi dentro un immenso dolore, di cui ancor oggi si viene travolti all’interno di quegli infiniti campi di concentramento e di sterminio…

Molte le occasioni di mettersi a confronto con il nostro grandissimo Papa Francesco, che sempre con un linguaggio e un carisma a portata dei giovani ha saputo imprimere in noi messaggi di speranza, di fiducia e di incoraggiamento, giovani sempre più distratti e disattenti ai fatti che il mondo pone davanti agli occhi, che il papa è riuscito a spronare portando la Parola di Dio nei loro cuori. “A Dio non importa il cellulare che usi – ha detto Francesco ad oltre un milione di giovani accorsi alla cerimonia – non gli importa se sei alla moda, gli importi tu. Ai suoi occhi vali e il tuo valore è inestimabile”.

È fantastico macinare chilometri a piedi, sotto la pioggia o il sole cocente, dormire poco e male dopo ore di cammino, col peso dello zaino, sentire la stanchezza sulle gambe, ma guardarsi attorno e scoprire di non essere mai soli. C’è il mondo intero che non ha paura della pioggia e non si stanca mai di camminare, di mangiare male, malissimo, anzi, non mangiare proprio, ma che ti fa sorridere e non lamentare. Poter abbracciare persone di colori ed etnie diverse, come vecchi amici, per strada, ti riempie di speranza e dormire al freddo accanto a un milione e seicentomila giovani di 87 nazioni, ti fa sentire al sicuro, fratello in mezzo a molti altri; e poi sentirsi dire da ‘Pietro’-sotto le stelle- che: “Dio benedice i tuoi sogni”, ti commuove.

Il Papa ha anche messo in guardia noi giovani dai pericoli che possono rovinare la nostra vita. Non c’è solo la droga, ha detto Francesco “..credere che per essere felici serva un buon divano. Il divano è la paralisi silenziosa che può rovinare di più la gioventù. In questo modo, ci ritroviamo imbambolati e intontiti […] Ma voi –ha chiesto con forza Francesco – volete lottare per il vostro futuro? – Subito è scattato l’urlo e la risposta dei numerosi giovani: Siiii!!! Papa Francesco ci riprova dicendo Non siete troppo convinti.. e di nuovo: Siii!! Poi riprese Non siamo venuti al mondo per vegetare, ma  per lasciare un’impronta!!.

Sempre messaggi forti ed emozionanti, quelli pronunciati dal Santo Padre: durante la Festa degli Italiani nel piazzale del Santuario di Giovanni Paolo II, alla via Crucis il venerdì pomeriggio, alla Veglia il sabato sera e alla Messa Finale la domenica mattina, dopo la notte passata a dormire fuori nella spianata del Campus Misercordiae.

Un applauso frastornante ha accolto l’apparizione di Papa Francesco in video-diretta durante la Festa degli Italiani, nella quale ha voluto dare il suo personale saluto agli oltre 90mila ragazzi e ragazze venuti a Cracovia da ogni parte d’Italia, una serata di musica e spettacolo, rispondendo anche alle domande di alcuni di loro. L’invito di Papa Francesco, portato con grande entusiasmo, di “non costruire muri ma costruire ponti” continua a risuonare nella nostra mente e in quella di tutti i partecipanti alla GMG. Come richiesto, ora dovremmo “esportare” l’esperienza di fraternità e comunione nelle nostre vite di tutti i giorni perché possano essere da esempio per tutti e modelli per il futuro.

Pochi minuti dopo, si è affacciato dalla finestra dell’Arcivescovado di Cracovia, per un saluto ai pellegrini radunati nel prato antistante. Accolto dagli applausi e dai cori di “W il Papa”, Francesco si è lasciato andare ad un lungo sorriso dicendo: “Vi vedo con tanto entusiasmo e tanta gioia”. Alla fine del suo toccante messaggio, ha concluso: “Non abbiate paura, Dio è grande, Dio è buono e tutti noi abbiamo qualcosa di buono dentro”. Poi, nel suo caratteristico stile ha raccomandato ai giovani: “Adesso, mi congedo; domani ci rivedremo. Voi fate il vostro dovere, che è fare chiasso tutta la notte… E fate vedere la vostra gioia cristiana, la gioia che il Signore vi dà nell’essere una comunità che segue Gesù”.

Così, tornati e ancor più carichi, noi 8 giovani che abbiamo portato Campolongo Maggiore nel mondo, con la preghiera e l’entusiasmo giusto che questa esperienza richiede, convinti del “Si, mi fido di Dio!”  urlato con la voce e la lingua di milioni di giovani come noi, ma diversi e unici, consapevoli che molti volti e storie non li rivedremo mai più ma ce li porteremo dentro per sempre nel cuore, siam pronti ad annunciare la MISERICORDIA, è Gesù che ci dice: «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7). “Beati sono coloro che sanno perdonare, che sanno avere un cuore compassionevole, che sanno dare il meglio agli altri; il meglio, non quello che avanza: il meglio!”

E quando il cuore è aperto e capace di sognare c’è posto per la misericordia, c’è posto per carezze per quelli che soffrono, c’è posto per mettersi accanto a quelli a cui manca il necessario per vivere o mancano della cosa più bella: la FEDE.

Diciamo insieme questa parola: Misericordia. Tutti! [Misericordia!] Un’altra volta! [Misericordia!] Un’altra volta, perché il mondo senta![Misericordia!].                  (Papa Francesco)

D.B


LA FEDE CI RENDERA’ LIBERI


A ritorno dalla GMG’16 molte cose mi sono rimaste nel cuore ma due in particolare le sento radicate e per questo, anche in qualità di amministratore di Campolongo Maggiore, cercherò di sostenerle con decisione e costanza.
La prima è il c.d. “proposito feroce” del Vescovo Claudio ovvero il sinodo dei giovani
Ad oggi, seppur ancora embrionale, considero questo annuncio sinodale un elemento di coraggio e forza appartenente ad un Vescovo che prima di tutto sente di essere prete in mezzo alla gente, e riprendendo le parole urlate dai giovani Padovani a Cracovia “Uno di Noi, don Claudio Uno di Noi”. Con questa volontà di attenzione il Vescovo chiede un serio aiuto ai giovani i quali in alcun modo potranno nascondersi dietro al fatto che la Chiesa di Padova non li ascolta, non prende in considerazione le loro idee o addirittura non li protegge. La Chiesa tutta ha bisogno di avvicinarsi ai giovani e questo lo fa uscendo dalle mura domestiche e andando in piazza con vero senso missionario. Personalmente ritengo che l’annunciato progetto possa concretamente sviluppare nei nostri giovani una riscoperta a quel senso di appartenenza proprio dell’essere cristiani misericordiosi, ciò nel concreto rispetto delle loro esigenze e delle loro aspettative.
La seconda cosa che mi porto nel cuore è una frase di Papa Francesco: “Non siamo venuti al mondo per vegetare”. A questo proposito ricordo una vignetta in facebook ove si rappresentava un ragazzo chino, quasi gobbo, intento a guardare il cellulare e a cavalcioni sulle sue spalle, con in mano le redini, un pokemon, come se l’esserino irreale cavalcasse l’uomo. Questa è la nostra realtà? Non credo. Alla GMG’16 ho osservato circa 2.000.000 (due milioni) di giovani con lo sguardi rivolto non verso il telefono ma verso il cielo a pregare un Gesù Cristo VIVO che regna tra NOI.
Ho visto giovani aiutarsi e collaborare, sostenersi e condividere, ho visto facce stanche ma estremamente felici con una immensa voglia di annunciare un vangelo contemporaneo. Ho visto giovani desiderosi di uscire da uno stato di ipnosi virtuale, bramosi di urlare al mondo che la vita non si ferma con la morte ma continua con la resurrezione. Ho visto ragazzi che pretendono di non essere vegetali ma protagonisti della loro vita, come Susanna Rufi di Roma.
Ho visto una fede VIVA e questo mi basta!                                                                    S.T.